Il DIABETE:per saperne di più o per conoscere

COS'E' IL DIABETE DI TIPO I?
Il diabete mellito tipo 1 - autoimmune


Il diabete mellito tipo 1 è una malattia autoimmune dovuta, cioè, alla distruzione delle beta cellule del pancreas ad opere di cellule del sistema immunitario (linfociti T) attivate. Le cellule beta del pancreas sono deputate alla produzione di insulina, un ormone che regola l'ingresso e l'utilizzazione del glucosio all'interno delle cellule dell'organismo. La distruzione del patrimonio beta cellulare del pancreas, in corso di diabete mellito tipo 1, è irreversibile per cui il paziente deve poter praticare insulina per riuscire a metabolizzare gli zuccheri. Per poter ammalare di diabete mellito tipo 1 è necessario avere una predisposizione che, pur se geneticamente determinata, non è ereditaria per cui è assolutamente raro trovare più casi di diabete mellito tipo 1 nella stessa famiglia. Il diabete di tipo 1 o insulino dipendente è una delle malattie croniche più frequenti in età pediatrica.In tutto il mondo si sta assistendo ad un progressivo aumento di casi di diabete. I sintomi caratteristici del diabete all'esordio sono dovutialla carenza di insulina e sono caratterizzati da: aumento della diuresi, enuresi, polidipsia, stanchezza, dimagrimento, possono essere inoltre presenti infezioni dell'area genitale, dolori addominali; successivamente possono essere presenti alito acetonico, respiro difficoltoso e si può giungere allo stato di coma.La cura del diabete prevede una terapia insulinica sostitutiva intensificata, una corretta alimentazione, uguale peraltro, a quella di tutti i coetanei che si alimentano in maniera corretta ( e non a base di "prodotti per dabetici" ) ed una sana attività fisica. Un diabete ben controllato consente una aspettativa di vita normale, nei bambini permette una normale crescita, un normale sviluppo fisico e cognitivo.

Cos'è il Diabete di tipo II?

Il nostro organismo per poter svolgere le sue normali funzioni, dalla sopravvivenza di tutte le sue cellule, all'attività fisica, necessita di energia, che viene fornita dalla combustione di uno specifico carburante che è il glucosio. Il glucosio è uno zucchero semplice, che proviene prevalentemente da alimenti come il pane, la pasta, i legumi, le patate e la frutta.Il glucosio per poter essere utilizzato ha bisogno dell'insulina che, come una chiave, apre la porta delle cellule, consentendo al glucosio di entrarvi. Se noi ingeriamo glucosio in eccesso ai bisogni, allora questo viene depositato nel fegato come glicogeno e nelle cellule adipose sotto forma di trigliceridi: queste costituiscono le riserve di carburante cui attingere in caso di digiuno. Quindi l'azione dell'insulina è quella di regolare il livello di glucosio nel sangue. Il pancreas delle persone non diabetiche infatti produce insulina giorno e notte (in maggiore quantità però subito dopo i pasti), per mantenere i valori della glicemia a livelli quasi costanti.Avere il diabete significa che non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina a soddisfare le necessità dell'organismo, oppure che l'insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente. Il risultato in ogni caso è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia).Per eliminare l'eccesso di glucosio si ha una aumentata perdita di acqua e quindi un'elevata escrezione di urina (poliuria) con glicosuria. Ne conseguono i tipici sintomi del diabete : sete, stanchezza e dimagrimento.
L' incapacità dell'organismo a mantenere il glucosio del sangue al di sotto di una certo valore è detto diabete mellito.
Il diabete mellito di tipo 2 è caratterizzato da un duplice difetto che è responsabile dell'aumento della glicemia nel sangue: da una parte l'insulino-resistenza, dall'altra il deficit di secrezione di insulina. Questi due difetti possono coesistere oppure presentarsi separatamente e/o successivamente. L'insulino resistenza, tipica del diabetico obeso, consiste in una incapacità di alcuni organi a rispondere all'azione dell'insulina. Come è noto, l'insulina serve a fare entrare il glucosio dentro le cellule; in parole povere l'insulina è come la chiave che, entrando nella toppa, fa aprire la porta delle cellule all'insulina. Quando c'è una insulino resistenza, l'insulina anche se presente nell'organismo, non riesce a fare aprire quella porta, per cui il glucosio non riesce ad entrare dentro le cellule, rimanendo quindi nel circolo sanguigno dove determina l'aumento della glicemia. Normalmente il pancreas cerca di superare questa resistenza, producendo più insulina, ma nel tempo questa iperfunzione porta ad un suo progressivo esaurimento funzionale, per cui il pancreas produce sempre meno insulina. Ed infatti è stato ormai ben dimostrato che la naturale evoluzione del diabete non insulino dipendente è caratterizzata da un progressivo deterioramento dell'iperglicemia nel corso degli anni e ciò impone una continua rivalutazione del programma terapeutico, per cui il farmaco usato in un stesso paziente può variare nel corso degli anni.


DIAGNOSI E CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO
Organizzazione Mondiale della SanitàDipartimento delle malattie non trasmissibiliGinevraWHO/NCD/NCS/99.2
Valori glicemici per la diagnosi di diabete e altre condizioni di iperglicemia
Sangue venoso
Diabete Mellito

A digiuno oppure
126 mg/dl
2-h dopo carico di glucosio
200 mg/dl
Ridotta tolleranza glicidica (IGT)
A digiuno e
126 mg/dl
2-h dopo carico di glucosio
140 mg/dl
Alterata glicemia a digiuno (IFG)
A digiuno e
110 mg/dl
<126mg/dl>
CHE COS'É L'IPOGLICEMIA
Gli zuccheri nelle loro varie forme, semplici o complessi, sono la principale fonte di energia per il corpo umano. La parola ipoglicemia significa bassi livelli di zuccheri nel sangue e si manifesta quando la glicemia (parola che vuoi dire livello di zucchero nel sangue) scende al di sotto del limite che permette di produrre sufficiente energia per il corpo umano.I carboidrati (zuccheri e amidi) introdotti con l'alimentazione sono la fonte principale di glucosio.Durante la digestione il glucosio viene assorbito dall'intestino e finisce nel sangue dove viene trasportato a tutte le cellule del nostro organismo.lì glucosio non utilizzato immediatamente viene immagazzinato nel fegato sotto forma di glicogeno.L'ipoglicemia può essere una complicanza acuta del diabete. può essere una manifestazione di un altra malattia o un evento non desiderato che si associa a disturbi gastrointestinali.

COME IL NOSTRO ORGANISMO CONTROLLA E REGOLA LA GLICEMIA
La quantità di glucosio nel sangue (glicemia) è controllata principalmente da due ormoni.' l'insulina e il glucagone. Se uno di questi ormoni è in eccesso la glicemia può scendere troppo o viceversa salire e dare segni di iperglicemia. Anche altri ormoni possono influenzare la glicemia: il cortisolo, l'ormone della crescita e le catecolamine (epinefrina e norepinefrina); questi ultimi ormoni sono prodotti dalla ghiandola surrenale o dall'ipofisi, tutti organi cosi detti endocrini, cioè capaci di produrre ormoni.L'insulina e il glucagone sono fabbricati dal pancreas, una ghiandola situata nell'addome, più o meno dietro allo stomaco.Il pancreas, che produce tutti i liquidi contenenti enzimi necessari per la digestione dei cibi, contiene delle zone endocrine, cioè che producono ormoni; queste "zone" si chiamano isole di Langerhans e contengono cellule chiamate alfa è beta. Le cellule alfa producono glucagone e le cellule beta producono insulina. Quando la glicemia aumenta dopo un pasto, le cellule beta rilasciano insulina nel sangue; l'insulina fa entrare lo zucchero che è nel sangue dentro le cellule del corpo abbassando così di nuovo la glicemia. Quando la glicemia si abbassa troppo, le cellule alfa rilasciano glucagone nel sangue per riportare la glicemia a valori normali. Questo meccanismo coinvolge anche il fegato, dove era stato immagazzinato zucchero chiamato glicogeno: il glicogeno si trasforma di nuovo in zucchero e così viene rilasciato nel sangue per ripristinare la normale glicemia. Anche i muscoli contengono glicogeno che può essere trasformato in glucosio in caso di necessità.

IPOGLICEMIA E DIABETE:
L'ipoglicemia è una frequente complicanza acuta del diabete. Le cause dell'ipoglicemia nel diabete sono:

Dose eccessiva di insulina;
Ritardo nell'assunzione di un pasto o sua omissione;
Scarsa assunzione di zuccheri rispetto alle quantità necessarie;
Eccesso di attività fisica non programmata;
Abuso di alcolici;
La combinazione di tutte queste cause;

L'ipoglicemia avviene molto più facilmente in coloro che usano insulina (insulino-dipendenti); però anche persone che normalmente assumono le compresse di ipoglicemizzanti orali possono avere episodi di ipoglicemia. lì tipo di diabete che richiede esclusivamente insulina viene chiamato diabete tipo 1; il tipo di diabete che di solito viene controllato con la dieta e compresse di ipoglicemizzanti orali e solo in via eccezionale con l'insulina si chiama diabete di tipo 2. L'ipoglicemia non è quasi mai un evento imprevedibile, è però necessario conoscere bene le sue cause e prevenirla con comportamenti adeguati.
Quali sono gli stadi della malattia?
Inizialmente si ha soltanto un' iperfiltrazione, ovvero viene prodotta una grande quantità di filtrato urinario. Quindi si ha una perdita della capacità di filtrare del glomerulo che lascia passare nelle urine delle quantità anormali di proteine, soprattutto di albumina. Questa è la fase detta della microalbuminuria, ovvero della perdita di piccole quantità di albumina nelle urine, che viene utilizzata per scoprire precocemente il danno renale. Persistendo un cattivo compenso del diabete e della pressione, la perdita di proteine con le urine diviene eccessiva, se ne vanno alcuni grammi al giorno. Macroproteinuria e sindrome nefrosica sono i termini che si utilizzano in questa fase. I glomeruli, intasati di proteine, si trasformano in ammassi fibrosi diventando inattivi. Quando la maggior parte è danneggiata si ha l'insufficienza renale terminale e per sopravvivere bisogna ricorrere al rene artificiale e alla dialisi o sottoporsi al trapianto di rene.
Chetoacidosi diabetica:
Essa può comparire sia all'inizio del diabete mellito tipo 1, costituendone uno dei primi sintomi dell'esordio, che nel corso della malattia e del trattamento e, in quest'ultimo caso, prende il nome di "chetoacidosi ricorrente".
Genitori e adolescenti
Questa sezione è dedicata ad entrambi: genitori e figli sarebbe "bello" per voi se riusciste a leggere insieme questi brevi pensieri.
Dopo di che provate a parlarne insieme e lasciate che sia il vostro cuore ad esprimere e raccontare le emozioni più vere e sincere.
Cosa succede:
Quando si entra nel periodo adolescenziale, ai molti cambiamenti individuali, si aggiungono modificazioni che coinvolgono tutta la famiglia.
I membri che ne fanno parte si influenzano reciprocamente e, nel momento in cui si è alle prese con un corpo che cambia repentinamente e si vivono emozioni forti e talvolta contraddittorie, genitori, figli, fratelli e sorelle vengono coinvolti.
Questo può essere un periodo difficile, ma ricco di potenzialità ed occasioni di crescita per ciascuno. I contrasti e le discussioni richiedono ad adulti e adolescenti un continuo confronto.

Ti ricordi?
Da un lato i ragazzi e le ragazze si accorgono di non essere più bambini, ma non ancora sufficientemente grandi e autonomi, dall'altro mamma e papà mettono in crisi il loro ruolo genitoriale. È probabile che mamma e papà cerchino di percorrere a ritroso gli anni trascorsi per rivedere se stessi adolescenti e ripensare a come erano. Si ricordano che anche per loro vi è stato un periodo di "passaggio" non facile, anche allora c'era tensione in famiglia.
Anche i genitori rivivono l'adolescenza con occhi diversi e con emozioni diverse, ma lo scontro generazionale sembra essere un processo ed un passaggio quasi obbligato per crescere.Anche i genitori devono compiere un lungo cammino per attuare il passaggio "dalla cura e tutela del proprio figlio" all'acquisizione di una nuova realtà: il figlio deve imparare ad "avere cura di sé stesso"
Il concetto di cura, in un contesto non esclusivamente medico, ma anche psicologico, può essere concepito come un processo dinamico attraverso il quale l'adolescente imparerà a divenire sempre più consapevole di sé, degli altri, dei limiti e delle relazioni che sussistono fra sé e gli altri.
La cura di sé richiede quindi presa di coscienza, grande senso di responsabilità e impegno, ma anche di una giuda adeguata da parte dei genitori o di altri adulti significativi.
Le richieste:
Le richieste più frequenti da parte degli adolescenti, in questo periodo, riguardano l'autonomia e le ricerca di nuovi spazi, vietati agli adulti. Scrivere il diario personale o chiudersi nella propria stanza sono esempi di queste nuove esigenze.
Capita che gli adulti tendano ad essere intrusivi perché per loro questa non è una fase difficile: hanno il timore di perdere il controllo dei figli e di vederli allontanare.

Le scoperte
È arrivato il momento di staccarsi dalla famiglia e fare i "primi passi" all'esterno e "sperimentarsi" con i coetanei. Ognuno lo fa in tempi e con modalità diverse. C'è chi lo fa con spavalderia, chi più timidamente, chi dopo i primi tentativi si rinchiude.ma a tutti, prima o poi, accade qualcosa che porta a cambiare. Si tenta di uscire dal "guscio" familiare.
Ci si innamora e si inizia a scoprire la propria sessualità. A volte questa scoperta può creare inquietudine e sensi di colpa: dialogare con i genitori sull'amore e sul sesso non è facile. Gli adulti, spesso, provano più imbarazzo dei loro figli ad affrontare argomenti come i rapporti sessuali o la contraccezione.
Il pudore o la mancanza di dialogo spingono ragazzi e ragazze a cercare al di fuori della famiglia le risposte ai propri dubbi e alla proprie curiosità. Sembra, infatti, che siano gli amici i "veicoli" privilegiati dell'informazione sul sesso, che assai spesso è inesatta, distorta o, quanto meno, insufficiente.

Provare per credere:
Basterebbero una maggiore disponibilità all'ascolto e la possibilità, anche per i genitori, di avere adeguate informazioni ed approfondire problematiche di rapporto con i figli, per superare le barriere che possono crearsi nella comunicazione.
Provate, insieme, a parlarne con la vostra équipe diabetologica di riferimento poiché potete ricevere informazioni e supporti necessari per trovare le soluzioni più adeguate per le diverse situazioni che di volta in volta vi troverete ad affrontare.
Fuori la sera:
L'adolescente con diabete non deve rinunciare alle cene fuoricasa, alle "pizzate" o alle "birrate" in compagnia ma deve, allo stesso tempo, fare in modo che queste occasioni particolari non compromettano il controllo metabolico.
Per far ciò è indispensabile riuscire ad adattare la terapia del diabete alla circostanza e non viceversa ed è inoltre importantissimo conciliare l'esigenza terapeutica con il desiderio di omologazione propria di questa età'.
Cercheremo di distinguere, nei prossimi paragrafi, le singole occasioni di divertimento consigliando, per ciascuna di esse, il comportamento terapeutico da seguire. Naturalmente sarà' sempre il paziente, forte della propria esperienza personale, con la collaborazione del proprio diabetologo a confezionare la terapia più' idonea alle proprie esigenze
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A cena fuori:
Cena fuori casa il sabato e la domenica:
Se si cena fuori casa o a ristorante è molto importante cercare di assecondare il desiderio di discrezione proprio degli adolescenti con le esigenze terapeutiche. Se consideriamo la farmacocinetica dell'insulina è da escludere che il paziente possa praticare l'insulina a domicilio, prima di uscire e mangiare solo quando è giunto al ristorante. Tale comportamento, infatti, comporterebbe un elevato rischio di ipoglicemia preprandiale.Nel caso della cena fuori casa la domenica sera per l'adolescente è molto più comodo portare con sé la "penna".
Prima di uscire, quindi, può praticare l'insulina lenta della sera che gli servirà come basale della notte e al momento di ordinare la cena in pizzeria, al ristorante o al pub praticherà la rapida con la "penna" modulando la dose a seconda di quanto mangerà.Diverso il caso della cena fuori casa del sabato sera. Uno dei desideri dell'adolescente, infatti, è quello di poter dormire fino a tardi l'indomani. Per evitare l'iperglicemia del mattino gli si può consigliare di praticare l'insulina rapida prima di cena e quella lenta o quella intermedia quanto più tardi è possibile prima di andare a letto. In tal modo, infatti, se praticherà la dose di insulina ritardo dopo le ore 24,30, per esempio al ritorno dalla discoteca, otterrà una maggior copertura mattutina al punto che, talvolta, può persino evitare la colazione e la relativa somministrazione del mattino e praticare direttamente la somministrazione preprandiale dopo aver trascorso l'intera mattinata "poltrendo".
Al pub e al McDonalds:
Per quanto riguarda i pub e i Mc-Donald's italiani, per fortuna, hanno recepito abbastanza bene, rispetto ad analoghi posti all'estero, le "regole della buona alimentazione e si sono convertiti, almeno in parte, alla dieta mediterranea.
Alcuni "Menu", per esempio, come il "Menu' pasta" o il "Menu' insalata" sono particolarmente adatti come sostituti della cena di un ragazzo con diabete.
Particolare attenzione deve essere posta sul tipo di bevande che si associano al menu'. Molti Mc-Donald's, per esempio, per motivi di moda hanno introdotto la possibilità' di scegliere bevande dolcificate se si sceglie la birra, invece, può' essere utile ridurre la dose di insulina per l'effetto ipoglicemizzante che tale bevanda può' avere.
In discoteca:
Per quanto riguarda la discoteca, il rischio di ipoglicemia è legato sia all'esercizio fisico durante il ballo sia al consumo di alcolici.
Eventualmente può' essere prudente mangiare prima di uscire di casa e assumere in discoteca consumazioni ricche di carboidrati.Insieme agli eventuali alcolici è prudente mangiare o bere una quantità aggiuntiva di glucidi, tipo patatine, salatini, dolci specialmente in caso di assunzione di superalcolici.
Assolutamente indispensabile è la riduzione della dose di insulina della sera e/o della notte e non andare mai a letto, dopo essere andato in discoteca senza fare uno spuntino di mezzanotte. Talvolta, se la mattina dopo, si avverte ancora una condizione di "intorpidimento" è necessario ridurre eventualmente anche la dose insulinica del mattino. Naturalmente è sempre consigliabile misurare la glicemia... Se si beve troppo il rischio è non accorgersi delle ipoglicemie. È utile informare gli amici su tale rischio ed evitare che essi possano imputare l'eventuale perdita di equilibrio indotta dalla ipoglicemia solo all'eccesso di alcol.

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